Il crocifisso ligneo di San Cesario

Il crocifisso attualmente presente nella Basilica di San Cesario, è stato oggetto di lungo e approfondito restauro. Questa occasione ha permesso di avanzare qualche ipotesi sull’autore, o la bottega dalla quale potrebbe provenire.

Riportiamo le valutazioni del Dott. Garuti.

Si tratta di un’opera di qualità decisamente elevata, attribuibile ad un abile e tutt’ora ignoto maestro intagliatore operante all’inizio del XVIII secolo.
Alcuni possibili confronti con o p e r e s i m i l i i n d i o c e s i rimandano alla “Deposizione di Gesù dalla croce” della Chiesa parrocchiale di Castelnuovo Rangone, raffinata e pregevole composizione scultorea in legno che il dott. Alfonso Garuti ha assegnato alla cerchia degli scultori bergamaschi Fantoni, in particolare ad Andrea Fantoni (Rovetta BG 1659 – 1734). L’attribuzione è giustificabile, a giudizio del critico, “per la fluidità c h i a r o s c u r a l e e l u m i n o s a dell’insieme e per confronto con s i m i l e r i l i e v o p r e s e n t e n e l tabernacolo della parrocchia di Cremeno (LC), opera certa della bottega dell’artista, risalente agli anni 1700-1704”.

I Fantoni erano una famiglia di marangoni già a partire dal XV secolo, divenuti intagliatori del legno dal Quattrocento. In particolare Andrea risulta essere la personalità artistica di maggiore spicco, attivo non solo nella produzione di arredi
sacri ma anche come scultore e addirittura come architetto. La bottega era composta da un ampio gruppo lavorativo, composto sia da altri componenti della famiglia che da allievi e seguaci.
Non è da escludersi che il crocifisso di S. Cesario possa provenire in origine da un’altra chiesa, modenese o anche
bolognese, come era usuale soprattutto tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, a seguito delle soppressioni di congregazioni religiose ed enti ecclesiastici.