di Riccardo Maccioni in “Avvenire” del 5 ottobre 2023 mercoledì 2 agosto 2023
Il punto di partenza è perentorio: «Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono sempre più evidenti». Anzi, «forse ci stiamo avvicinando a un punto di rottura». Lo scrive il Papa in apertura di Laudate Deum (Lodate Dio), l’Esortazione apostolica sulla crisi climatica che aggiorna l’enciclica Laudato si’ e che il Pontefice indirizza “a tutte le persone di buona volontà”. Il documento viene pubblicato non a caso il 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi patrono dell’ambiente, conclusione del Tempo del Creato, e giorno di apertura del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità. Malgrado «opinioni sprezzanti e irragionevoli anche dentro la Chiesa», le responsabilità dell’uomo nel provocare il cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio, avverte il Papa. E il grave velocizzarsi dei fenomeni dipende «dagli enormi sviluppi connessi allo sfrenato intervento umano sulla natura negli ultimi due secoli». Alcune manifestazioni di questa crisi climatica, come l’aumento della temperatura globale degli oceani, l’acidificazione e la riduzione dell’ossigeno, la riduzione dei giacchi sono irreversibili per centinaia di anni. Tuttavia non bisogna cedere a diagnosi apocalittiche e irragionevoli. Si tratta piuttosto di assumere una visione più ampia «che ci permetta non solo di stupirci delle meravigli del progresso, ma anche di prestare attenzione ad altri effetti che probabilmente un secolo fa non si potevano nemmeno immaginare. Dobbiamo tutti ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti». Ci vuole lucidità e onestà «per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi».
L’ultimo capitolo dell’Esortazione è dedicato alle motivazioni spirituali dell’impegno per l’ambiente. Scrive il Papa che «la fede autentica non solo dà forza al cuore umano ma trasforma la vita intera, trasfigura gli obiettivi personali, illumina il rapporto con gli altri». In questo contesto ai credenti viene chiesto di contribuire a realizzare una cultura nuova. Si tratta di non cedere alle lusinghe di una tecnocrazia che domina tutto e di non considerare l’uomo come un dominus assoluto. Lodate Dio è il nome di questa lettera, conclude il Pontefice, «perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso».