Daily Archives: 4 Aprile 2020

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In cammino con Gesù

Gesù non ha vissuto la sua passione come un evento imprevisto, né come un destino inevitabile. Gesù è entrato nella sua passione vivendola consapevolmente e fino in fondo perché desiderava “amare i suoi sino alla fine”. Per questo motivo il vangelo di Matteo ci narra di Gesù che prepara il suo ingresso a Gerusalemme perché già in quel gesto si manifesti il senso di quanto si sta per compiere. Infatti domanda che si prenda in prestito una asina e il suo puledro e lui possa salirci sopra e entrare nella città santa. è il gesto di colui che non vuole approfittare delle folle, farsi sovrano e guerriero di un popolo desideroso di ribellarsi. Cavalcare un’asina richiama l’umiltà di chi non si presenta come condottiero, ma come messia docile. L’umiltà richiama la terra: umile è colui che resta coi piedi per terra, aderente alla vita, che non fugge, né si nasconde. Nonostante la folla osannante, Gesù è consapevole che presto sarà osteggiato, condannato e ucciso da quelle stesse persone che ora lo esaltano. Eppure, non si oppone, né torna indietro. Rimane fedele alla sua scelta che ha sempre coltivato in sé: amare fino alla fine.

Quando amiamo e desideriamo il bene di qualcuno, facciamo in modo che i gesti, le parole, le esperienze siano pensate, curate, vissute senza improvvisazione né ambiguità. Gesù ha preparato la sua Pasqua perché il dono di sé fosse pieno e vero. Ma il contrario della improvvisazione è anche la fedeltà: fedeltà di un cammino che giorno dopo giorno conferma le scelte fatte e le porta fino in fondo.

Anche noi oggi iniziamo il nostro cammino nella Settimana Santa dietro a Gesù. Forse non abbiamo il fervore delle folle, poiché questa situazione di fragilità ha spento il nostro entusiasmo. Con Gesù possiamo rimanere aderenti alla terra, restare umili, amando fedelmente fino alla fine. Amando i nostri cari, amando quelle persone – anche sconosciute – che grazie alla cura e alla attenzione dei nostri gesti, possono vivere ed evitare la malattia.

Anche noi iniziamo un cammino con Gesù, dove possiamo avere cura di preparare i momenti del triduo perché nella celebrazione domestica possiamo esprimere il nostro essere comunità unita nonostante le distanze. Seppur nella distanza, ci sentiamo tuttavia custoditi dal Signore della vita e possiamo pertanto «celebrare» la Pasqua nell’intimità della nostra casa e dei nostri affetti più cari, sentendoci comunità raccolta nella preghiera comune.

Per questo motivo abbiamo realizzato un sussidio per pregare a casa, ogni giorno del triduo pasquale. Lo potrete trovare da lunedì qui, sul sito della parrocchia.

E’ un sussidio che si può usare liberamente, secondo la propria sensibilità, decidendo quali preghiere fare e quali tralasciare. Siamo invitati a guardarlo sin da subito per preparare con cura e in anticipo i nostri momenti di preghiera.

Sul sito troverete anche dei video preparati dai giovani per accompagnarci ogni giorno nella preghiera.

La nostra preghiera comunitaria della settimana santa inizia con questa domenica. Preghiamo aiutati dal foglietto che potete scaricare qui.

Carissimi, viviamo con semplicità e fiducia questi momenti, nell’attesa di poterci donare reciprocamente un abbraccio di resurrezione.

Articolo della settimana

Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca

Meditazione di papa Francesco in occasione della preghiera per la fine della pandemia di venerdì 27 marzo 2020

«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti
chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci
siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per
prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le
acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).

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