Cari giovani, vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare contro corrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente. Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di “andare contro corrente”. E abbiate anche il coraggio di essere felici.
Papa Francesco, GMG 2013
Per informazioni sul cammino dei gruppi post-cresima: Veronica Scurani (338 9364540).
Non è facile alzare lo sguardo, soprattutto oggi. Il tempo che stiamo vivendo è un tempo frenetico, incerto, caotico. Spesso per non perderci o per non lasciarci travolgere dagli eventi stiamo attenti a dove mettiamo i piedi, a chi ci sta accanto e a quello che abbiamo davanti. Per essere pronti, efficienti, flessibili, veloci, i nostri occhi restano incollati alla terra, ma così facendo perdiamo di vista il fine delle nostre vite. Non dalla terra, ma dal cielo arriverà la nostra speranza; non per nostri meriti, ma per un suo dono potremo contemplare il volto di Dio.
Gesù nel Vangelo lo rivela: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21,25-28).
Non è facile alzare lo sguardo, ma è possibile. È l’unico modo per poter accogliere il ritorno del Figlio dell’uomo e la liberazione che lui ci offre.
L’installazione per questo tempo giubilare vuole aiutarci proprio a fare questo: alzare lo sguardo. La calda luce dorata delle coperte termiche ci invita ad alzare lo sguardo prima di varcare la porta della chiesa. Lo sconvolgimento degli astri, del cielo, delle nubi, evocati dalle forme morbide e vorticose non annunciano la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa di nuovo. Il segno della croce, il luogo in cui si è pienamente rivelato il Figlio dell’uomo, è lì per annunciarci che la nostra liberazione è vicina: non perdiamo la speranza!