La messa in 30 parole

E’ appena uscito un piccolo volumetto, costruito con 30 disegni, 30 parole, 30 testi più semplici per adolescenti e 30 testi più complessi per adulti. Offre una presentazione della messa. Un abbecedario per imparare a starci dentro.

I disegni che accompagnano le 30 parole sono di don Luca Palazzi.

Riportiamo qui la Introduzione.

Impariamo a veder nuovamente il mondo attorno a noi da cui ci eravamo distolti nella convinzione che i nostri sensi non potessero insegnarci nulla di valido e che solo un sapere rigorosamente oggettivo meritasse di esser preso in considerazione. […] In un mondo così trasformato non siamo soli, e non siamo soltanto tra uomini. Questo mondo si offre anche agli animali, ai bambini, ai primitivi, ai pazzi, che lo abitano a modo loro e che coesistono con esso (M. Merleau-Ponty)

Una Nuova Edizione del Messale Italiano porta nuovo interesse e nuova attenzione verso il centro della liturgia cristiana: la celebrazione eucaristica. Come nella tradizione più recente della storia della Chiesa, anche questo Messale è composto di due parti. Una prima, l’ “ordinamento generale”, e una seconda, che propone le “sequenze rituali”. La prima è integralmente verbale – un grande discorso dottrinale e disciplinare sulla messa – mentre la seconda usa inchiostro nero e inchiostro rosso: il nero propone “parole da dire” mentre il rosso suggerisce “linguaggi da fare”. Le rubriche sono, perciò, rimandi al corpo, allo spazio, al tempo, alla azione. In questo piccolo libro cerchiamo di unificare i tre livelli del discorso del Messale: cerchiamo di offrire una “iniziazione” alla messa, alla celebrazione eucaristica, al sacramento dell’eucaristia, rispettandone la natura di “atto complesso”. Infatti dobbiamo riconoscere che nella esperienza spirituale della comunione con Dio, per Cristo e nello Spirito, operano tre esperienze elementari. Azioni di parola, azioni di pasto e azioni di preghiera sono all’opera nella sequenza rituale. Per questo il rito è la traduzione del Messale – dell’ordo – in questi diversi atti, mescolati, intrecciati e armonizzati. Messa è agire parlando, agire mangiando e bevendo, agire pregando, come comunità e come singoli. Ed esige, perciò, di essere compresa con un atto di intelligenza rituale.

Per questo vorremmo parlarne, a nostra volta, con una pluralità di linguaggi. Come la messa è una pluralità di codici, così anche in questo libro useremo tre registri. Il primo registro sarà quello di una ricostruzione dei linguaggi implicati in ogni “soglia rituale”. Il “glossario” è infatti disposto secondo l’ordine della sequenza rituale. Ogni “voce” si colloca in un dato momento della sequenza e ne illumina il senso, la portata e la ricchezza. Il secondo registro sarà quello destinato al lettore “in formazione”. Diciamo per ragazzi, ma forse potremmo dire per “catecumeni” e per “competenti”, nel senso classico di “coloro che cercano Cristo”: perciò utilizza esempi ed immagini più semplici e più immediate. Il terzo registro sarà puramente iconico, una immagine disegnata, che inaugurerà e segnerà ogni voce, aprendo ad essa come in un lampo di intuizione. La composizione di questi tre registri vorrebbe assicurare una introduzione alla messa che possa essere “iniziazione ai suoi linguaggi elementari”, perché possiamo averne una “intelligenza rituale”. In effetti, per gustare la liturgia eucaristica, per entrare nella sua teologia, per assaporarne la potenza umana e spirituale, occorre recuperare gli strati nascosti, ma efficaci, della nostra umanità. Il disegno di riforma della eucaristia voluto dal Concilio Vaticano II, perché la Chiesa uscisse dai vicoli ciechi della riduzione clericale, del parallelismo devoto, dell’inamidatura formalistica o dello sfiguramento informale, ha introdotto una profonda rielaborazione della esperienza di fede, chiedendo una nuova esperienza della azione rituale, che prevedesse la “partecipazione attiva” come regola. La liturgia è linguaggio comune, al quale partecipiamo in comunità.

Perché questo sia vero, e perché noi diventiamo comunità sacerdotale, dobbiamo riconoscere di celebrare come uomini adulti e donne adulte, ma tutti e tutte capaci di riscoprire l’animale, il bambino, il primitivo e il pazzo che abita in noi e del quale viviamo. Senza questa riscoperta, profonda ed elementare, nessuno può davvero celebrare. Può al massimo irrigidirsi in una cerimonia, o ritirarsi in una meditazione o concentrarsi su una idea. Ma questo non è celebrare. Perciò abbiamo tentato di scrivere, in 30 parole, un “piccolo abbecedario”, destinato ad un fedele-Pinocchio che non ha soltanto il problema di crescere, ma anche quello di non crescere troppo. Solo mediante queste attenzioni – che hanno forma di “resistenze”, ma anche di “rese” – la messa potrà permetterci di “diventare ciò che siamo” (Agostino).

Andrea Grillo – Daniela Conti – Luca Palazzi